Teatro



Aprite il sipario l’opera è pronta.  Evocherà tutto ciò che voi non avete il coraggio di vedere. Spiritica. Vi abbraccerà come morbide tende profumate di lavanda, aprendovi al sole. Vi metterà ai  margini. Sposterà le vostre vesti. Scivolando. Vi  annuserà con forza, soffiando su  ciò che vi copre proteggendovi. Vi metterà a nudo davanti a ciò che più vi fa vergognare. Vi farà pensare al desiderio di fuggire. Vi metterà di fronte a quel pensiero che per un attimo vi ha fatto credere di non essere quella persona che immaginavate. Esattamente quella persona che eravate in quell’istante. In quel frammento che come una scheggia impazzita è schizzata via dal vostro cervello. Era li, in quell’angolo che nemmeno voi pensavate esistesse. 
Si insinuerà nel momento in cui un brivido vi percorrerà la schiena. Si insinuerà  nel gesto di una mano che sfiora la bocca. Nell'incavo di una ruga che allo specchio dice da quanto tempo non sentivate qualcosa. Che vi riempiva. Ehi, cos’è quel movimento?  Il vostro stomaco rientra. Spasima. Sempre più dentro.Fugge. In fondo.Le costole. Cerca rifugio nella cassa toracica. Il vostro stomaco si ricorda.  Si digerisce. Vorrebbe  placare il suo bisogno di assimilazione. Cerca la sua dipendenza. Nei tessuti. Cerca il sapore della carne. I gesti hanno in sè le grandi opere. Nei gesti si distrugge la carne. Nei gesti il rossore del viso dell'altro. Nei gesti un'immagine.Un gesto, e voi, deglutirete il pensiero.